Qual è la vera falla nel tuo Food Cost?

Qual è la vera falla nel tuo Food Cost?

Il problema del calcolo errato del Food Cost

Molti ristoratori credono di avere il controllo sui costi del proprio menu, ma spesso il calcolo del Food Cost viene eseguito in modo errato. L’errore più comune è considerare esclusivamente il costo delle materie prime, facendo una media percentuale, senza includere fattori determinanti come scarti, porzioni non standard e variazioni di prezzo. Questo approccio porta a decisioni sbagliate e a margini erosi senza che l’imprenditore se ne accorga.

Il Food Cost tra teoria e pratica

Il concetto di Food Cost è stato studiato da diversi esperti di gestione ristorativa. Secondo David Pavesic, professore emerito alla Georgia State University, il Food Cost non è una percentuale fissa, ma una variabile dinamica influenzata da molteplici fattori, tra cui:

  • Differenze tra il Food Cost teorico e quello reale (che include scarti e sprechi).
  • Cambiamenti nei prezzi delle materie prime.
  • Differenze di porzionatura tra cuochi.
  • Variazioni nei volumi di vendita dei piatti.

Un altro approccio è quello di Michael Kasavana & Donald Smith, autori del metodo Star, Puzzle e Dog, che propone una classificazione dei piatti in base alla loro popolarità e redditività.

Il metodo Star, Puzzle e Dog

Kasavana & Smith dividono i piatti in tre categorie chiave:

  • 🌟 Star → Piatti molto popolari e ad alta marginalità: dovrebbero essere valorizzati e promossi.
  • 🧩 Puzzle → Piatti con un’alta redditività ma poco venduti: occorre studiare strategie per renderli più appetibili.
  • 🐶 Dog → Piatti né popolari né redditizi: potrebbero essere eliminati o ripensati per migliorarne la marginalità.

L'errore più comune è eliminare i piatti con un Food Cost alto senza considerare il loro impatto sullo scontrino medio e sulla soddisfazione del cliente.

Dove si perde davvero profitto?

❌ Vendere troppo di un piatto poco profittevole e poco di uno ad alta marginalità. 

❌ Non aggiornare il menu in base ai cambiamenti di prezzo delle materie prime. 

❌ Ignorare la differenza tra Food Cost teorico e Food Cost reale.

Secondo Paul M. King, esperto di gestione ristorativa, il vero problema è guardare solo alla percentuale del Food Cost senza considerare il margine di contribuzione. Un piatto con un Food Cost del 40% può essere molto più profittevole di uno con un Food Cost del 25%, se il primo ha un prezzo di vendita e una percezione di valore più elevata per il cliente.

Strategie per una gestione efficace del Food Cost

Collegare i numeri di vendita al margine netto effettivo. 

Ottimizzare il mix di piatti nel menu per equilibrare le vendite. 

Creare strategie di pricing basate non solo sui costi, ma sulla domanda e sulla redditività.

Caso pratico: come un ristorante ha migliorato il suo Food Cost

Un ristorante con un Food Cost medio del 34% ha deciso di rivedere il proprio menu utilizzando il metodo di Kasavana & Smith. Dopo un’analisi dei piatti, ha scoperto che:

  • Il piatto più venduto aveva una marginalità molto bassa.
  • Un piatto ad alta redditività veniva proposto in una sezione poco visibile del menu.
  • Piatti con un Food Cost più elevato erano percepiti come premium dai clienti e potevano essere proposti con una strategia di upselling.

Attraverso una revisione strategica del menu, il ristorante ha migliorato la redditività, portando il margine netto per coperto dal 22% al 28% senza aumentare i prezzi.

Conclusione

Calcolare il Food Cost non significa solo fare una percentuale media, ma analizzare in modo strategico i dati di vendita e il comportamento del cliente. Una gestione efficace del menu e della marginalità porta a un miglioramento dei profitti senza dover aumentare i prezzi.

Vuoi approfondire strategie concrete per ottimizzare il Food Cost del tuo ristorante? Analizzare i numeri può fare la differenza tra un locale che sopravvive e uno che prospera.

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