La formazione costa troppo

 

La formazione costa troppo

di Elena Mengozzi

“La formazione costa troppo.”

Sì, l’ho sentito dire. Tante volte.
E ogni volta che lo sento, mi fermo.
Perché so già dove porta quella frase.
E non è mai un bel posto.

Sto dentro le aziende, ci cammino in mezzo.
Non guardo i numeri da fuori.
Osservo i meccanismi mentre si muovono – o si inceppano.
E quando manca la formazione, lo vedo subito.
È come un muscolo mai allenato: apparentemente funziona, ma basta una corsa un po’ più lunga e crolla.

Un locale con storia.
Clienti affezionati, una squadra che lavora insieme da anni.
Ma sotto la superficie, i segnali sono chiari: malintesi continui, ruoli poco chiari, frustrazione che si accumula.
Il titolare, testardo, mi dice:
“Formazione? Non serve, qui sanno già tutto.”

Ma quel “tutto” è diventato abitudine.
E l’abitudine, in un contesto che cambia, è il primo passo verso la discesa.
Ho visto la qualità del servizio scendere piano.
I clienti non si lamentano… semplicemente smettono di tornare.
Il fatturato non esplode: evapora.
Un giorno guardi l’estratto conto e ti accorgi che è tardi.
E che il problema non era il mercato.

Altra realtà, altro approccio.
Stessa pressione, stessi ritmi.
Ma un mindset diverso.
Qui, alla parola “formazione” non storcono il naso.
Si siedono, ascoltano, si mettono in discussione.
Non cercano un colpevole. Cercano un modo.

Il team partecipa, si crea linguaggio comune.
Qualcuno all’inizio è scettico, poi si apre.
La leadership diventa più consapevole, il lavoro più fluido.
Non serve rivoluzionare tutto.
Basta rimettere ordine, dare strumenti.
Dopo qualche mese, c’è più energia.
Più chiarezza.
Più risultati.

McKinsey ha scritto che le aziende che investono in formazione continua aumentano la produttività fino al 24%.
Gallup dice che 7 lavoratori su 10 lasciano l’azienda per mancanza di crescita.
Io non ho bisogno di leggere le ricerche.
Mi basta guardarli in faccia, quelli che restano.
O quelli che se ne vanno.

La formazione non è un regalo ai dipendenti.
Non è un premio.
È una forma di manutenzione aziendale.
È la scelta di non rimanere fermi.
È un segnale: “Qui vogliamo fare le cose bene, insieme.”
Chi non lo capisce… spesso non è più lì per capirlo.


Elena Mengozzi
Consulente strategica per il settore HoReCa
Commercialista, osservatrice delle dinamiche che generano valore
— anche quelle che non si leggono in bilancio


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